venerdì, dicembre 15, 2006


Ispirata dagli Strange Attractors

Le scienze ergono pattern per contrastare le turbolenze eppure il caos resta un regno inespugnato. Pare che Heisenberg se ne facesse ancora cruccio sul letto di morte. Deve essere un inciampo cognitivo imbarazzante per un fisico. Wittgenstein invece si sentiva comodo nel caos.
E’ un filosofo da prendere molto sul serio.
Il mood di chi trova confortevole la turbolenza è il meme necessario a chi vive sul codice binario del XXI secolo: è il replicatore evoluzionistico da metabolizzare per correggere un certo astigmatismo fideista e aderire al puro sperimentalismo delle nostre costruzioni antropocentriche così pigre e quindi così poco ragionevoli ET razionali ET prevedibili.
Il determinismo ha una velleità previsionale che si addice solo alle traiettorie balistiche.
Devo darmi un modello discreto della realtà, fare calcoli ricorsivi e non temere le interruzioni di senso: la continuità è una percezione da pasionaria che non si addice ad un’epoca in frantumi.
Ho capito che chi mi ha fatto a pezzi voleva solo rendermi un favore.
Mi devo riscrivere in un format staminale, neonato e totipotente: una coltura autologa di infinite forme. Oscillare, ma non con la temporalità nota di un metronomo. Ripetersi, ma mai allo stesso modo. La coda di paglia non è che la coda di una gaussiana molto spessa: prende velocemente fuoco a causa della volatilità delle opzioni. Io ho una coda di paglia a combustione lenta e insostenibile. Nella combustione lenta il calore si trasferisce dalla zona combusta a quella ancora da bruciare: c’è la veemenza del fuoco e la spossatezza del freddo. Preferirei la detonazione violentissima di una supernova.
La mia debolezza si spiega con la teoria del caos: dalla fede al bricolage, dal dogma alla piccola manutenzione con il seghetto da traforo. Mi hai detto “Facciamo un gioco” e io mi sono fidata: pensavo ad un piccolo mondo ordinato e normato.
La fiducia – ha detto qualcuno – è un “riduttore di complessità".
E io vorrei fidarmi, come mi fido di un terminale o del caos dei treni, che stanno su due rotaie, ma su un solo binario eppur si muovono…
E io vorrei fidarmi, con la mia vetusta rigidità da motore a scoppio che non si aggiorna ai frattali.
Invece i giochi sono sempre a somma zero e quindi caos e il tuo invito ludico non era che guerra di nervi, conflitto e collisione.
Mi hai messo in gabbia con il solito dilemma del prigioniero.
Il costo è il tempo perso nella rabbia dell’attesa.