domenica, novembre 26, 2006

Il cherubino che veste Gucci
(Visita all’amico gay che lavora per la maison)

Casa sua è un vittoriale hi-tech con tardive stravaganze levantine: bambù, sete, cuscini, cornici coloratissime, moda thai, falso antiquariato birmano, pietre tibetane. Non c’ero mai stata, semplicemente perché lui “non ha tempo”. La sua vita è un brulicante sottosuolo di incontri che alle donne etero intorno ai trenta non è dato. Sì certo, noi non frequentiamo appositi bar, saune e toilettes perché abbiamo prima la mesoterapia, il parrucchiere, il cardio-bodywork-tetteculotoneUP, le cene a casa di amici (amici di chi? Amici tra loro? Amici a gettone? Amici dei complementi d’arredo in quel loft/location del venerdì sera very cool?), il cineforum e gli aperitivi con il prossimo candidato - giacca di velluto - trendy montatura quadrangolare in carbonio che sembra alluminio - incipiente calvizie forse solo stempiatura âgée - mazzetta di giornali sotto il braccio - che cosa fai nel week end? - dormo, grazie…No dicevo, noi non-più-ragazze intorno ai trenta magari leviamo alto il canto delle sirene fino alla raucedine, ma sempre versus chi è assicurato al palo a doppio nodo. Abbiamo esaurito il sesso ludico-esplorativo del tempo delle mele, quando l’amore era una scelta tattile e nasceva dalla pelle e siamo disseccate come le foglie friabili di novembre…hai voglia tu di Vagisil-crema per un’adeguata lubrificazione delle parti intime. Il problema non è il PH! Aspettiamo il ratto di un fulmine di dio inseminatore, oppure passiamo il sabato al GRUPPOBEA® a fare incetta di piastrelle per il nido…e attente che a primavera qualcuno non lo tiri giù dalla grondaia! Insomma, l’amico gay è troppo impegnato a scopare per riceverci e noi no, perché ci siamo riscoperte caste, inumate nell’ultima vetrina in cui ci siamo specchiate e il sesso ce lo giochiamo come un bluff a carte perché tanto è del desiderio dell’altro che godiamo, non del corpo per il gusto del corpo-troie teoriche della pratica!
Poi però vogliamo confidare l’autoflagellazione all’amico gay…
Amico gay: Alle 9 però te ne vai!
4e48:Perché?
Amico gay: Arriva D., quello carino del magazzino.
4e48: Ma lo sai che sono gay friendly!
Amico gay: Si, ma io con D.ci voglio scopare, non cenare insieme a te che gli spieghi la ricetta della pasta con le patate cotta al forno senz’acqua.
4e48: Non aggiungi un posto a tavola che c’è un’amica in più? Che cucina senza dado..
Amico gay: No
4e48: E se mi faccio piccola piccola sul divano e guardo SKY con le cuffie mentre voi siete di là?
Amico gay: No
4e48: Va bene, tanto c’è la serata in stazione centrale contro la violenza sulle donne. Cuscini a terra..pure Franca Rame
Amico gay: Che palle! Tesoro da quanto tempo l’utero è tuo e te lo gestisci da sola?
4e48: Eh, quasi due mesi e mezzo, ma tra poco dovrei recuperare.
Amico gay:---
4e48:Non mi dici che mi trovi dimagrita tanto per farmi felice?
Amico gay: Dimagrita forse, sbattuta sicuramente. Non hai intenzione di fare niente per quelle mezzelune viola sotto gli occhi? Hai provato il contorno Estée Lauder ?
4e48: Amore, ma per me è un mutuo! E comunque le mie occhiaie sono costituzionali, fanno pendant con l’ombretto e sono l’unica traccia maudit che mi resta. Anzi, speriamo che sia leggibile.
Amico gay: Ma tesoro, dovresti valorizzarli questi stupendi occhietti a mandorla screziati di verde, altrimenti sembrano due taglietti spenti.
4e48: E’ quello che sono:due fessure screziate di verde e funestate di viola. Basta. Piuttosto tu. Hai fatto massa! Fai sempre gare? Mi chiami per farti la ceretta? E’l’unico sadismo che mi concedo! Ma quanto pesi?

Amico gay: 94 chili per 196 centimetri, low fat, tesoro, tutta massa.
4e48: Uhm, sei un ottimo maglio! Mi apri le gambe?
Amico gay:Amore, lo sai che non gradisco il genere.
4e48: No, ma dicevo come prova antistupro. Di solito provo con mio fratello, che però è 78 su 181.

La prova antistupro è falsata dal fatto che non si tratta di un’aggressione alle spalle, non prevede minacce, armi bianche, il branco al buio nel parco. Semplicemente un ragazzo nerboruto ma gentile deve far leva mentre io mi provoco un’ernia nel tentativo di tenere chiuse le ginocchia. L’Amico gay si presta…la resistenza contro la sua mole dura pochi secondi, ma prendiamo gusto al gioco, che ci riporta alle elementari, quando dopo il trucco e il the con le bambole, infastidita dalla sua superiore eleganza, lanciavo il guanto della lotta coi cuscini. Il ballo del qua-qua di Romina Power nel mangiadischi rosso e noi che passavamo dal fox-trott dello Zecchino d’oro a pogare in una nube centrifuga di piumine d’oca. Lui si toglieva il boa di struzzo e la vestaglia di mia madre e mi ricordava che, travestitismo in erba a parte, era pur sempre maschio e più forte.
E adesso, intorno ai 30, a identità professionali e di genere più o meno chiarite, gli sono di nuovo sotto a dimenarmi come un salmone sul suo prezioso divano…e ha la mascella quadra e la barba, ma ride come quando rubavamo i Bucaneve dalla credenza della nonna e mi fa il solletico e io gli faccio la voce della bambina dell’esorcista e sono felice. NON E’ MAI TROPPO TARDI PER AVERE UN’INFANZIA FELICE… Quando… entra D., quello carino del magazzino! E io sono arruffata e in mutande sotto l’Amico gay!

4e48: Ma gli hai dato già le chiavi di casa?

Segue cena di cui sarò autrice, mentre ai fornelli, dandogli vergognosamente le spalle, cerco di persuadere D. che il mio amico gay non è bisex, che non sto cercando di estorcergli il seme e che ho solo bisogno di infanzia e regressione. Spero vivamente si sia persuaso, altrimenti addio New Happy Childhood a Milano.