venerdì, dicembre 22, 2006

Insufflato

Trent’anni in un istituto di correzione sarebbero un regalo per molti. Spesso la colpa è solo della personalità parallela, ma il giudice, non essendo Salomone, commina la pena al titolare senza fare il dovuto distinguo tra l’uno e l’altro. Poi c’è chi paga il fio e la pena di qualche morbo degenerativo irreversibile. E vorrebbe una dissolvenza al nero nel tempo di battere le palpebre: un battito di ciglia per le parole, un battito di ciglia per spiegare le ali, veloce, come un tiro di balestra. Buio che schizza finalmente dal basso, fulmineo quando l’acqua non cola più da tempo in gola. Lo chiamavano garrote, ora ventilazione polmonare. C’è chi paragona il respiro al flusso di coscienza: allora c’è vita finchè resta un monologo interiore o in embrione