Estetica del disamore
(o lo speculare infranto)
2004
Lui: Ascoltarti è…non so come dire, quando parli sei infinita
Ma perché ti vedi grossa…sei una venere callipigia.
Sei la mia casa, il mio futuro.
(Presente incerto a spicci…a partire dalle Gauloise rosse)
Lui: “Mi dai due euro?”
Io: “Sono a secco, ho preso caffè e Amarelli. Siamo senza speranze”
Lui: “Perché dici così, abbiamo NOI, il mare, la vespa, un letto”
2006
Lui: Basta, tu non dai tregua, spegniti, taci, muta…almeno un ora, fai il gioco del silenzio.
La gonna a palloncino verde acido? Diciamo che il palloncino c’è già, cioè forse non è il caso evidenziare…vai bene così ma non sei esattamente esile.
Sei la mia nemesi storica
(Presente incerto a spicci…a partire dalle Granny Smith all’Esselunga)
Io: Non so quando torno, niente Eurostar in offerta, neanche cuccette…problemi di budget..
Lui: Beh, ma adesso hai la tua scrivania. Non godi delle penne colorate, l’organizer, il calendario?
Nessuno che ti abbia offerto delle speranze?
La vendetta non è un piatto. La nemesi si compie da sé, ovvero:non hai capito che ero io l’humus?
Lui: I gerani sono bruciati e le altre piante ingiallite e piene di parassiti. E la tartaruga è morta.
Io: Scusa se ho alterato il tuo principio di realtà con gli anticrittogamici e i gamberetti essiccati a Rughina. Tu volevi credere nella fotosintesi e basta e nel fatto che i piccoli rettili si nutrano del calcare e delle muffe nella vaschetta…
(o lo speculare infranto)
2004
Lui: Ascoltarti è…non so come dire, quando parli sei infinita
Ma perché ti vedi grossa…sei una venere callipigia.
Sei la mia casa, il mio futuro.
(Presente incerto a spicci…a partire dalle Gauloise rosse)
Lui: “Mi dai due euro?”
Io: “Sono a secco, ho preso caffè e Amarelli. Siamo senza speranze”
Lui: “Perché dici così, abbiamo NOI, il mare, la vespa, un letto”
2006
Lui: Basta, tu non dai tregua, spegniti, taci, muta…almeno un ora, fai il gioco del silenzio.
La gonna a palloncino verde acido? Diciamo che il palloncino c’è già, cioè forse non è il caso evidenziare…vai bene così ma non sei esattamente esile.
Sei la mia nemesi storica
(Presente incerto a spicci…a partire dalle Granny Smith all’Esselunga)
Io: Non so quando torno, niente Eurostar in offerta, neanche cuccette…problemi di budget..
Lui: Beh, ma adesso hai la tua scrivania. Non godi delle penne colorate, l’organizer, il calendario?
Nessuno che ti abbia offerto delle speranze?
La vendetta non è un piatto. La nemesi si compie da sé, ovvero:non hai capito che ero io l’humus?
Lui: I gerani sono bruciati e le altre piante ingiallite e piene di parassiti. E la tartaruga è morta.
Io: Scusa se ho alterato il tuo principio di realtà con gli anticrittogamici e i gamberetti essiccati a Rughina. Tu volevi credere nella fotosintesi e basta e nel fatto che i piccoli rettili si nutrano del calcare e delle muffe nella vaschetta…
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