domenica, novembre 19, 2006

Il callopismatismo del sabato sera e la notte tra le braccia di Carlo.

Va bene ti raggiungo! Forse più per lasciare il manuale di Storia Romana sul letto, chè questo debito post-laurea con le classi di concorso proprio non vuol sanarsi e mi rende dislessica rispetto a qualunque cronologia. Ti raggiungo con la camicia da notte sotto il maxipull al rovescio - perché il sonno mi convince più del resto- e con la piantina di Milano nello zainetto- che oltre alla diacronia ho perso anche voglia e consapevolezza di orientamento e di movimento. Ti raggiungo per smentirmi e per il piacere estetico del loft più che della festa. Però, cara bocca di rosa aulentissima, lasciami almeno il silenzioso piglio di inattualità che mi appartiene. Non mi rimproverare se non mi vesto come un’adolescente manga, con la gonna plissettata, la maglietta scentrata e i calzerotti sugli anfibi. Non è che non guardi le pagine di moda, lo so che sono i leggings, è per lapsus che li confondo con i lemmings, immaginando il branco di gambe ossute che salta giù da una scogliera, o da un ponte ferroviario. E non mi rimbeccare se non dico “Cazzo, figo quel tipo, peccato che se la tiri così tanto”…mi viene più spontaneo “Notevole quel ragazzo, peccato che sia tanto sussiegoso”. Anacronistico mi fu il verbo, ma mi esercito: “cazzo” ogni tre lemmi va bene? E poi perché mi inviti alla promiscuità di superficie come antidoto all’uggia? Come ebbi a spiegarti, chi può mettermi la lingua in bocca può infilare anche tutto il resto dove gli pare…”solo un bacio” non significa niente, non mi preserva da niente. Sì che voglio giocare anch’io, ma questo non è il mio gioco. C’è troppo frastuono per tenere in scacco, mi occorrerebbe di più un SIMPOSIO. Adesso devo andare: questo campionamento mi irrigidisce troppo, sento i legamenti come una morsa, mi fa male, lasciami andare. Torno tra le braccia di Carlo. No, non è che te l’abbia taciuto per una qualche riserva di sorta… Carlo è uno che disarma col pensiero, anzi, per usare un suo termine, "coinvortica". Che cosa c’è tra noi? Amore folle e simbiotico, cos’altro? I momenti di vita serena tra di noi sono quelli di chi sopporta una "felicità timorosa".
Com’è? Bello, agile, forte, “uno dei più intrepidi nuotatori dell'Isonzo”. Conosce “la vita fisica violenta", “le fatiche e le audacie del corpo, fra le sizze del Carso e le bore dell'Adriatico”. Perchè non l’ho portato alla festa? Beh, perchè è morto…Sì, nel 1910…suicida. Si chiamava Carlo Michelstaedter. Non mi resta che la sua tesi di laurea: La persuasione e la rettorica. Te la consiglio. Così, per capire il callopismatismo del sabato sera e perché questi tipi fighissimi mi sono in uggia.

1 Comments:

At 7:18 PM, Anonymous Anonimo said...

Ciao.
E' la seconda volta che tento di inviare un commento.
Perdona l'ostinazione.
Ti lascio un indirizzo email.
Se ti capita di tornare sulle tue parole e incontrassi le mie, ti chiedo la gentilezza di contattarmi.
Vorrei fossi tu a spiegarmi il senso della parola callopismatismo. Sì, capisco che qualche reminiscenza di greco, un buon dizionario o una ricerca più approfondita con Google parrebbero comunque far al caso mio. Ma non cerco una definizione, cerco un'ermeneusi. E da quello che ho letto nei tuoi post, mi piacerebbe fosse la tua.
Grazie.

Ste


anamcara@email.it

 

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