sabato, novembre 11, 2006

DECISIONI DI COPIONE


Eric Berne, Intuizione e stati dell’Io, a cura di M. Novellino, Astrolabio, 1992

Il libro è della mia coinquilina, intonso, assottigliato dall’usura della carta, incollato dall’umidità. Di lei pubblicherò lo studio etologico a puntate: ne sto ancora catalogando le manifestazioni.

Si parla di analisi transazionale: sembra bolso e intellettuale, invece è molto divertente.
Mi spiega perché il mio ponte tra intrapsichico e relazionale è pericolante, dissestato.
Nei mie primi sei anni di vita avrei elaborato difensivamente il mio script psicologico sulla scorta di traumi reali o fantasticati inflitti dai miei genitori. Ora contamino gli stati dell’Io neopsichici (il qui ed ora) con bisogni archeopsichici insoddisfatti. E va beh, questa è la psicopatologia di tutti.
Io in particolare nascondo “un conflitto di resa orale sul piano dinamico”.

“Resa orale” mi descrive perfettamente se con il participio passato si intende la cessazione di ogni resistenza di fronte all’oralità. Insieme all’Edipo (ma che ci posso fare se nessuno mi ama come papà!), è una fase che non ho superato.
Mastico in continuazione e porto tutto in bocca. Mouth wide shut.. Mia madre ricorda la mia esplorazione orale del mondo, anche scatologica: la sabbia, il pannolino…
E quando ho smesso di mangiare, non riuscendo comunque a serrare le fauci, ho masticato fazzolettini tempo imbevuti in coca light, chè si sa: l’uomo non digerisce la cellulosa.
Adesso uso la paperella gialla per il bagnetto di mio nipote come antistress gengivale.

Poi c’è anche la seconda accezione: quella di qualche ex che riesumandoti dalle catacombe della sua rubrica ti chiama per rivangare le affinità elettive.
“Eh, sì bei tempi, quella volta a rischio di slavina sui monti Sibillini, a farci strada nella neve che si scioglieva a colpi scarponi, sperando che sotto ci fosse il sentiero… i tortelli di zucca della signora Maria al rifugio e noi che uscimmo a riveder le stelle col tuo manuale di astronomia inseguiti da un branco di cani”
“Eh si bei tempi…sai che c’ho portato anche D. dalla signora Maria, pensa un po’, stessa stanza…le immagini si sovrappongono, mi sento vecchio e sinceramente mi è venuto in mente come (BIIIP: “resa orale”). Stai sempre con P.? Sei felice?”

RESA è qui nell’ accezione di RENDIMENTO.

In entrambi i casi non capisco dove sia la psicopatologia.

Andando avanti leggo che questo “conflitto di resa orale sul piano dinamico” mi porta, nelle relazioni, a fare il gioco del “Perché non…si ma”.
Cerco “carezze sociali” (parola di Berne) attraverso questo circolo vizioso:
PROBLEMA-OBIEZIONE-OBIEZIONE-CONFUSIONE.
Prendo una persona e le dico:
“Vediamo se riesci a escogitare una soluzione che io non trovi difettosa”.
Si è vero, è proprio il mio gioco.
Deduzione: poiché il mio ponte tra intrapsichico e relazionale crolla soprattutto nelle transazioni con l’altro sesso, mi arrendo solo alle paperelle gialle che non apprezzano il rendimento.