domenica, novembre 05, 2006

Alice guarda i gatti che trangugiano in cortile mentre il suo stomaco fa le fusa.


No, non mi chiamo Alice e il titolo è sinestetico.

1) Cioè…non avevo in mente la canzone “Alice”, ma stavo pensando a De Gregori, e in particolare all’attribuzione di “ipermnesia” alla sua ex in Rimmel…quando dice “e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro”. L’amore è una pubblicità comparativa a rebours: è sempre nel passato che si pescano le ragioni di un amore dimesso o perduto. Il nuovo, la bramosia inaugurale, non c’entra niente, non è ancora niente…è solo un nuovo specchio…nuovo perché quello di prima si è infranto.


2) Dalla specularità, un volo neanche tanto pindarico, anzi proprio un gap meschino, mi porta a una riflessione sull’ Alice di Carroll e sui femminini letterari che mi inguainano – e mi inguaiano- l’esistenza da quando sono alfabetizzata, anche questi a rebours e in un cerchio di eterno ritorno.
Sono stata Alice in senso letterale dal giorno stesso che mia madre mi ha letto la favola per la prima volta, e per molti anni, avendo a disposizione lo scenario adatto nella mia infanzia bucolica.
Mi sono lanciata da un tetto finendo con una tegola confitta nella carotide – in modo non letale-, mi sono calata in un pozzo e ho nuotato nella sua acqua gelida che confluiva nella peschiera, non cercando la morte per assideramento, ma un cunicolo qualsiasi verso il Wonderland. E poi ho chiesto a mio padre un bianconiglio, l’ho piantato al centro dell’aia e lui niente, non mi ha portato da nessuna parte e non aveva neanche fretta: è rimasto impalato a tremare. Ho aspettato il rigor mortis di un tacchino appena decapitato per giocarci a croquet con la ghiaia. Ho deglutito verderame perché dalla puzza e dal colore mi sembrava una magica pozione e ho mangiato funghi crudi e pieni terra dopo averci messo sopra un lombrico e aver aspettato per ore che parlasse o fumasse un narghilè. A parte le lavande gastriche e i punti di sutura…niente worderland.

Poi viene l’adolescenza, claustrofobica e funesta, e con essa le sorelle Bronte. “Passione e morte nella brughiera”. Coltivo fantasie di morte dettagliate, e odio mio padre perché è un professore di educazione tecnica dal cuore semplice, che fa il contadino part-time. Doveva essere un vicario protestante nel ventoso Yorkshire almeno due secoli prima e permettermi di ammalarmi di tisi in collegio.

Da “Cime Tempestose”

«Ritorno adesso da una visita al mio padrone di casa: l'unico vicino con il quale avrò a che fare. Magnifico paese, questo. Credo che in tutta l'Inghilterra non avrei potuto trovare un luogo così discosto da ogni rumore mondano. Un vero paradiso del perfetto misantropo: e il signor Heathcliff ed io siamo fatti apposta per dividerci tanta solitudine. Ma che bel tipo, costui! Certo non immaginava quale calore di simpatia sentissi in cuore per lui mentre, avvicinandomi a cavallo, vedevo i suoi occhi neri muoversi, pieni di sospetto, sotto le sopracciglia, e le sue dita sprofondarsi ancor più, con un gesto di risoluta diffidenza, nel panciotto, all'annuncio del mio nome.-Il signor Heathcliff?- chiesi.Un cenno del capo fu la sua risposta.»

Questa sarà più o meno la mia idea di amore romantico.
Più tardi troverò maggiore identificazione nelle eroine del romanzo russo. Tendono sempre all'assoluto e sono sole, sole, sole, - come una quercia , come un lupo. Hanno dentro il lirismo dei greci: assumono su di sé un destino predeterminato, il tempo statico, lo spazio piatto e chiuso. Il conflitto è ben più complesso di quanto lasci pensare il loro carattere mansueto e la bellezza della tragedia sta proprio nel prendere su dì sé il dolore con leggiadria.

Aspergo il tutto con un po’ di Emily Dickinson, Sylvia Plath…
…e poi ritorno Alice. Innanzitutto nelle dismisure: sono preda di qualcosa che mi lascia espandere e poi restringere in un sottomondo grottesco e ghignante di mostri. E rischio di confondere la mia storia (Tale) con la una coda (Tail)… di paglia.

E sono
meno vittoriana,
meno integerrima,
meno lirica,
meno tragica,
più turbata,
più perturbante..
e l’unica cosa a cui posso aggrapparmi è il mio nome…

"....I'm sure I can't be Mabel, for I know all a sorts of things,and she,oh! She knows such a very little!...I'll try if I knowall the things I used to know."

PS:

Dal mio instabile soppalco Ikea sto davvero guardando i gatti in cortile che trangugiano mentre il mio stomaco fa davvero le fusa perche pieno solo di succhi gastrici, nescafè, Tè al limone Vitasnella con estratto naturale di matè, vitamine e magnesio e solo 1,3 kal x 100 ml…Lo scopo è di andare a correre tra un po’ in riserva di glucosio per consumare quelle di grasso…